Comunicato Stampa del 14/11/2007 TORNA ALL'ELENCO COMPLETO

Sospesa l'agitazione delle farmacie

Dal 19 novembre invariato il pagamento dei farmaci

Per evitare disagi ai cittadini le farmacie hanno sospeso lo stato di agitazione che era stato indetto a livello nazionale da Federfarma e che avrebbe comportato, dal 19 novembre, il pagamento per intero dei farmaci da parte degli utenti. Da lunedì prossimo, dunque, i farmaci saranno regolarmente erogati dalle farmacie senza alcun costo aggiuntivo. Lo ha annunciato ieri sera, a poche ore dall’accordo raggiunto, il presidente di Ferderfarma Catania dott. Gioacchino Nicolosi, ospite di una trasmissione televisiva.
«Non vogliamo - ha detto Nicolosi - far ricadere sui cittadini, che sono l’anello più debole della sanità, il peso di scelte politiche che pure rischiano di penalizzare fortemente le 17.500 farmacie italiane; per questo, accogliendo l’appello del ministro della Salute Livia Turco, abbiamo deciso di sospendere la protesta contro il decreto Bersani sulla liberalizzazione dei farmaci di fascia C, ma non possiamo permettere che il servizio farmaceutico venga smantellato. Concordiamo con la necessità di avviare una riforma del settore che crei nuove opportunità per i laureati che aspirano ad avere una propria farmacia. Per questo nei giorni scorsi abbiamo presentato al tavolo tecnico convocato dal ministro della Salute una serie di proposte, che consentirebbero non solo di assegnare, in breve tempo, 2.000-2.200 nuove sedi a farmacisti che oggi non hanno una propria farmacia, ma anche di rendere più flessibili gli orari. Non possiamo accettare, però, l’articolo 2 del disegno di legge Bersani-ter, che vuole stravolgere l’attuale sistema con l’ingresso di medicine delicate, come antitumorali, antidepressivi, ormoni, vaccini, nelle parafarmacie e nei centri commerciali. Se la misura fosse approvata – ha aggiunto il presidente di Federfarma Catania - l’Italia sarebbe l’unico Paese al mondo a consentire la vendita di farmaci con ricetta negli esercizi commerciali, e questo da una parte determinerebbe l’apertura di negozi autorizzati a vendere farmaci di tutti i tipi con la semplice procedura del silenzio-assenso e al di fuori di ogni regola su distanze e turnazione, dall’altra potrebbe creare anche problemi di sicurezza, poiché le farmacie, a differenza degli esercizi commerciali, fanno parte di un network sanitario che prevede una serie di garanzie e controlli, come il ritiro entro 12 ore, in tutto il territorio nazionale, di farmaci o altri prodotti considerati non più a norma, nocivi per la salute o appartenenti ad un lotto difettoso. Questo “Sistema di allerta rapido” funziona soltanto per le farmacie, che sono collegate a livello nazionale, regionale e provinciale. Siamo fermamente convinti che la salute e la sicurezza del cittadino debbano restare al primo posto e che non ci sia luogo più idoneo della farmacia per ricevere una serie di garanzie e consigli.
Per avvicinarci ancor più alle esigenze dei cittadini, disorientati dai continui provvedimenti su ticket e farmaci, Federfarma Catania ha deciso di avviare una campagna che è partita ieri con lo slogan: “La mia farmacia: la salute al posto giusto”. Abbiamo notato, infatti, che la gente parla della farmacia di fiducia dicendo la “mia” farmacia, per sottolineare il rapporto di “compliance” con il farmacista a cui si rivolge di solito, un rapporto che non può essere sostituito dalle regole della concorrenza e che è ancora più radicato nei piccoli centri, dove le farmacie rappresentano un presidio del servizio sanitario nazionale, perché, a differenza delle attività commerciali, le farmacie non vanno dove suggeriscono le regole del mercato, ma dove esistono dei bisogni e una comunità che li esprime.
Se fosse approvata la riforma Bersani le farmacie non sarebbero più in grado di garantire il servizio attuale, compresi i turni festivi e notturni, i titolari delle piccole farmacie rurali sarebbero costretti a spostarsi dalle zone poco popolate ai centri commercialmente più appetibili, lasciando prive del servizio farmaceutico intere aree, abitate soprattutto da anziani.
La nostra preoccupazione – ha concluso Nicolosi - deriva dal fatto che oggi si è spostata l’attenzione dal servizio al prodotto, e il farmaco viene considerato come una merce qualsiasi, dimenticando che ogni cosa deve stare al posto giusto, non si può mettere la salute nel carrello, rischiando di aprire la strada a nuovi bisogni che inviterebbero adolescenti e anziani, i soggetti più fragili, ad acquistare con leggerezza, tra un pacco di caffè e un detersivo, anche una scatola di compresse, con almeno due conseguenze: un aumento delle scorte inutilizzate di farmaci e/o un aumento nel consumo di medicine.
È nostro compito invitare la gente a riflettere sulle conseguenze legate all’uso sconsiderato delle medicine, la farmacia, deve diventare sempre più il punto di incontro tra domanda e offerta di salute, per individuare le esigenze sanitarie dei cittadini e adeguare il servizio che abbiamo sempre prestato ai nuovi bisogni della popolazione».

Catania, 14 novembre 2007

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